Usanze e superstizioni accompagnavano la vita in campagna di un tempo: usi e rituali fra scaramanzia e fede servivano per allontanare eventi negativi e cattivi presagi, propiziare eventi lieti e fecondi, prevedere l’andamento del tempo. La Candelora cadeva ogni 2 febbraio ed era strettamente legata alla ricorrenza del giorno successivo (San Biagio).
Cosa si festeggia il 2 febbraio
Il 2 febbraio si festeggiava la Madonna della Candelora ed era usanza portare a casa dalla chiesa le candele benedette, simbolo di Gesù luce delle genti.
Ma cosa significano queste candele? Queste candele avevano un significato apotropaico e venivano accese solo in casi eccezionali ed estremi:
- quando vi era la minaccia di un temporale per scongiurare la grandine;
- quando qualcuno in casa si trovava in fin di vita;
- se entrava in casa il sacerdote con il Santissimo.
Il giorno successivo, il 3 febbraio, San Biagio, se ci si faceva benedire la gola con due candeline incrociate, ci si proteggeva contro laringiti, tonsilliti ecc.
Inoltre, la cera, mescolata con gli unguenti, era considerata un rimedio contro le ulcerazioni della pelle e i geloni.
I proverbi legati alla Candelora e a San Biagio
Nel Veronese è diffuso un proverbio legato a questa ricorrenza che è chiamata “Çeriola”. Dice così:
A la Madona de la Çeriola da l’inverno ghe sen fora – in tra nuvolo e seren, quaranta dì ghe n’en (alla Madonna della Candelora dall’inverno siamo fuori – fra nuvolo e sereno per quaranta giorni ne abbiamo).
Quello dedicato al giorno successivo è invece: San Biasio, el fredo el va adasio (San Biagio, il freddo va adagio).
Non solo candele
In campagna il giorno della Candelora era dedicato alla potatura delle viti, perché si pensava che eseguirla in quel giorno le avrebbe protette all’oidio.
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