Arriva finalmente la svolta tanto attesa per l’Iva sul pellet: la Legge di Bilancio 2023 riduce l’aliquota per l’acquisto di questo combustibile legnoso.
La novità nella finanziaria
Con il via libera alla Legge di Bilancio, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre 2022, da parte del Senato, l’Iva sul pellet scende al 10% per tutto il 2023, contro il precedente 22%.
Si tratta di una misura tanto agognata dalle numerose famiglie (oltre due milioni) che utilizzano questo combustibile per il riscaldamento domestico e che hanno subito i rincari dell’ultimo anno, rincari che però non hanno reso il pellet meno conveniente dei combustibili fossili, come avevamo già puntualizzato qui.
Per il raggiungimento di questo importante traguardo è stato fondamentale l’intenso lavoro di Aiel (Associazione nazionale energie agroforestali), per il quale la misura ha il duplice obiettivo di salvaguardare le famiglie italiane dal rischio di povertà energetica e di sostenere politiche a favore della transizione energetica.
Su questo aspetto Annalisa Paniz, Direttrice generale dell’Associazione, si è spinta oltre: «Non va dimenticato che le bioenergie impiegate nella produzione termica in forma di legna da ardere e pellet sono la principale fonte energetica rinnovabile impiegata nel nostro Paese nel settore termico. Anche per questo, continueremo a lavorare nel corso del 2023 affinché questa misura diventi strutturale». Un augurio che speriamo si concretizzi.
Foto di Stocksnapper
Se non ho capito male il riscaldamento con stufe a pellet, dite che costituisca una fonte di energia rinnovabile, ma perché? Lo scorso anno è stato ribadito, che i camini e le stufe a pellet sono altamente inquinanti, noi ne avevamo appena comprata una e la cosa ci ha sconcertati, tra l altro riscaldano molto bene e sono più economiche del riscaldamento a gas, non c è uniformità di informazioni e alla fine questa discordanza fa pensare a ideologie di parte
Buongiorno sig.ra Anna, in effetti l’affermazione “i camini e le stufe a pellet sono altamente inquinanti” è generica e non del tutto corretta. Gli impianti di riscaldamento a combustibili legnosi (stufe, caminetti, caldaie) non sono tutti uguali: è vero, per esempio, che i caminetti con focolare aperto sono molto inquinanti, ma non si può dire lo stesso degli impianti di ultima generazione. In molti articoli della nostra rivista ci siamo soffermati su questi aspetti e su come riconoscere gli impianti più efficienti, gli unici che possono accedere al Conte Termico, l’incentivo statale a favore di “interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni”. Eccone alcuni:
“Sostituire vecchi camini e stufe significa migliorare l’ aria che respiriamo”: http://www.ediagroup.it/BDO/BDO_popupAbstract.asp?D=149780
“Riscaldamento domestico: confrontiamo impianti tradizionali e generatori a biomassa” https://viverelacasaincampagna.it/edilizia/energie/emissioni-riscaldamento/