Spid è l’acronimo di Sistema di pubblica identità digitale, che consente di essere riconosciuti online dalle Pubbliche amministrazioni e dai servizi privati che aderiscono al sistema.
Dal 1° ottobre di quest’anno è diventato obbligatorio per tutti. Il suo utilizzo è gratuito.
Chi può ottenere lo Spid?
Qualunque cittadino italiano che abbia compiuto i 18 anni.
A cosa serve?
È lo strumento unico per accedere dal proprio pc, tablet o smartphone a determinati servizi pubblici. Per esempio, è possibile prenotare esami, ritirare referti online, accedere al fascicolo sanitario elettronico, versare i contributi per le badanti, pagare la Tasi, richiedere alcuni bonus ecc.
L’identità digitale è costituita da uno username e da una password.
Chi lo rilascia?
Gli operatori abilitati a rilasciarlo si chiamano in gergo Identity Provider e hanno ottenuto tale abilitazione da Agid (Agenzia per l’Italia digitale). Per ottenere lo Spid occorre innanzitutto scegliere fra uno degli Identity Provider in base a:
- il livello di sicurezza offerto. Lo Spid con credenziali di livello 2 o 3 può anche essere usato per l’accesso ai servizi in rete delle Pubbliche amministrazioni dell’Unione europea;
- l’area geografica coperta;
- la modalità di riconoscimento (con CIE/CNS, via webcam, con audio-video, app, di persona). Alcuni gestori richiedono il pagamento per alcune modalità di riconoscimento.
Dopodiché sul sito del Provider prescelto occorre effettuare la registrazione e successivamente procedere al riconoscimento.
Cosa serve per ottenerlo?
Questa è la documentazione necessaria:
- un documento italiano in corso di validità (carta di identità, patente, passaporto);
- la tessera sanitaria (o codice fiscale, o il certificato di attribuzione di uno dei due);
- e-mail attiva;
- numero di cellulare attivo.
Semplificazione sì o no?
Se per i nativi digitali ottenere e utilizzare questo strumento è piuttosto semplice, diverso è il caso delle persone più anziane che hanno poca o scarsa familiarità con questi strumenti. A tal riguardo INPS consente la delega dell’identità digitale a chi non ha la possibilità di usare i servizi online dell’istituto stesso (è possibile nominare un solo delegato): un passo avanti, ma basterà?
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