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10 azioni virtuose per combattere lo spreco alimentare

da | 21 Febbraio 2022 | Attualità

Quando parliamo di spreco alimentare a cosa ci riferiamo? Quali sono i numeri?

È presto detto: 5 milioni di tonnellate di cibo sprecato in Italia in un anno, cioè circa 85 chilogrammi pro capite, pari al 15,4% dei consumi alimentari totali. Sembra impossibile? La matematica ci rivela che è molto più realistico di quanto si pensi: 85 chilogrammi significano, infatti, circa 2,3 etti di cibo sprecato al giorno a testa.

Cibo sprecato si traduce in miliardi di euro persi. Ma non è solo questo.

Come afferma Chiara Nobili della Divisione Biotecnologie e Agroindustria dell’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie “lo spreco alimentare non ha solo un costo economico elevato, ma impatta sull’ambiente e le risorse naturali, sul benessere delle persone e sul loro sostentamento”. Significa quindi, più in generale, uno spreco di risorse lungo tutta la filiera (dal campo alla pattumiera), inquinamento e danni ambientali che si ripercuotono su di noi.

Spreco alimentare: cosa fare?

Abbiamo già visto in un precedente articolo che alcune associazioni e imprese locali hanno messo in atto diverse iniziative per porre un freno a questo inutile sperpero, mentre il governo ha incluso nel PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), presentato l’anno scorso, la voce “Economia circolare e agricoltura sostenibile” che prevede:

  • il miglioramento della capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e avanzamento del paradigma dell’economia circolare;
  • lo sviluppo di una filiera agroalimentare sostenibile, migliorando le prestazioni ambientali e la competitività delle aziende agricole.

10 azioni virtuose per ridurre lo spreco alimentare

Il dato sul quantitativo di spreco pro capite rende evidente l’importanza dell’intervento di tutti, ogni singolo giorno. Come? ENEA ha stilato un decalogo delle azioni che si possono fare e che amplia i consigli che già vi avevamo dato.

  1. Valuta il più possibile il quantitativo di cibo che può essere realmente consumato in un pasto medio e aiutati con la lista della spesa: potrà essere utile per evitare avanzi (e i conseguenti sprechi).
  2. Quando fai la spesa, controlla la scadenza dei prodotti, pensando a quando utilizzarli: il mancato consumo si traduce automaticamente in uno spreco.
  3. Fai attenzione alle etichette: scegli prodotti che riportano informazioni su tecnologie o ingredienti che aiutano a limitare lo spreco alimentare. Il latte ad esempio può essere sottoposto a processi (come la pastorizzazione ESL, Extended Shelf Life, o la microfiltrazione) che ne mantengono inalterate tutte le proprietà estendendone notevolmente la “vita sullo scaffale”; alcuni prodotti come biscotti, grissini, fette biscottate vengono arricchiti con aromi di origine vegetale estratti con processi sostenibili che prevengono l’irrancidimento in modo naturale e sicuro.
  4. Cerca di scegliere prodotti con indicato il destino della confezione a ‘fine vita’: così contribuirai a ridurre la quantità di indifferenziata nell‘immondizia.
  5. Preferisci il biologico, in quanto l’agricoltura bio riduce i consumi energetici di agricoltura e industria alimentare di almeno il 25%, le emissioni di anidride carbonica e non inquina le falde acquifere perché non impiega fertilizzanti e fitosanitari di sintesi.
  6. Nel preparare le vivande con alcuni semplici accorgimenti puoi migliorare la conservazione dei cibi: ad esempio, insalate o verdure vanno condite solo al momento di servirle, così si mantengono più a lungo e possono essere consumate in pasti successivi.
  7. Crea nuove pietanze utilizzando gli avanzi di cucina, con fantasia e creatività.
  8. In occasione di feste e ricevimenti, valuta se gli avanzi possono essere consumati a breve e invita gli ospiti a portare con loro parte di quello che è avanzato.
  9. Informati sui programmi contro lo spreco alimentare della tua città, oppure organizzati per donare il surplus alimentare alle onlus che raccolgono gli avanzi di cibo “buono” e lo redistribuiscono a chi ne ha bisogno.
  10. Metti gli avanzi di cibo (insieme agli shopper in bioplastica biodegradabile e compostabile!) nella raccolta dell’umido: si trasformeranno in ottimo compost che ha un “valore” sia in termini di minori spese di smaltimento (ogni tonnellata di frazione organica in discarica costa alla comunità circa 200 euro, cioè il 50% delle spese totali per la gestione dei rifiuti), sia in termini di mancato guadagno derivante dalla commercializzazione del compost (che può variare da 20€/ton per i prodotti all’ingrosso a circa 3€ per kg per prodotti venduti al minuto).

Queste buone pratiche dovrebbero far parte della nostra quotidianità, diventare cioè delle abitudini. Il nostro invito è quello di scaricare da qui e stampare il poster che le riepiloga e collocarlo in una posizione ben visibile della cucina (per esempio, sull’anta del frigorifero) in modo da averlo sempre come promemoria.

Credit fotografico: cottonbro – Pexels.com

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    1 Comment

    1. Rosaria Frigerio

      Questo argomento mi interessa

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